Un disagio che principia quando il vivente entra -lo dicevamo nel precedente post- in un cortocircuito comunicativo, per cui il linguaggio che utilizza, sia esso articolato o inarticolato, non è più in grado di stabilire una relazione costruttiva con il mondo (con il proprio mondo interiore, con il mondo dell’Altro, o con il mondo in genere), non è più in grado, cioè, di comprendere il mondo o di farsi comprendere e, quindi, di determinarlo.
(Le più recenti ricerche definiscono, ad esempio, allo stesso modo l’origine del tumore: un difetto di comunicazione tra le cellule che da abbrivio ad una relazione erronea e al conseguente sviluppo della neoplasia maligna).
Al di là di ogni diagnosi, chi viene a cercare il nostro aiuto denuncia, sopra a tutto, di aver perduto questa capacità di comunicare grazie alla quale orientiamo e governiamo le nostre vite e, a volte, guidati verso un qualche nord magnetico, battiamo nuove e proficue strade non ancora sperimentate.
La crisi manifesta, in diversi modi (fobie, compulsioni, ansie, depressioni, sintomi somatici, etc), che la bussola si è rotta, che non segna più alcun nord e che, mentre ogni precedente mappa è (apparentemente) inutilizzabile, tracciarne di nuove sembra compito se non impossibile, quantomeno impervio.
Per aiutare il soggetto a tornare in una relazione costruttiva col mondo, dobbiamo dunque aiutarlo a ripristinare la sua comunicazione e la sua relazione con esso. Ma come possiamo compiere questa operazione se i simboli che finora il soggetto ha utilizzato si sono rilevati inefficaci, anzi, hanno addirittura prodotto una distorsione che ha generato malessere?
Scopo di CurArte è, dunque, quello di aiutare il soggetto a generare nuovi simboli dotati di capacità rigenerativa.
Ci troviamo, dunque, di fronte a una posizione differente rispetto a molti percorsi terapeutici il cui specifico è analizzare i simboli in uscita (ad esempio i sogni, ma non solo).
Scopo di CurArte è, invece, nutrire il soggetto di nuovi simboli, facendo diventare il simbolo una sorta di farmakon, da assumere attraverso i sensi, il corpo, la mente, affinché, navigando apparentemente al contrario, possa produrre i suoi curativi effetti benefici.